Oggi parliamo del lungo.
L'allenamento lungo.
La funzione precipua dell'allenamento lungo è quella di abituare corpo e mente alla distanza. Mi esalta la parola "precipua".
Mente:
La maratona dura 42 km. Si corre di continuo tra le 3 e le 5 ore. Una noia pazzesca. Penseranno i più.
Lo è, lo è. Superato il 15° km si entra in uno stato depressivo. La strada davanti è ancora lunghissima e l'entusiasmo iniziale è finito. Si rischia di perdere la voglia di correre e la concentrazione. Il risultato è che si sprecano tante energie e si rallenta.
Arrivati al 30° km si ha meno strada davanti, ma le energie sono quasi finite. I 12 km che mancano sembrano un ostacolo insuperabile. Si rischia di lasciarsi andare a pensieri sconfortanti.
Con il lungo mi abituo a questi stati della mente. E cerco di superarli con razionalità.
Le prime volte provavo sensazioni orribili: noia, svogliatezza, affanno. Durante la maratona di Berlino anche paura.
Col tempo, e coi lunghi, questi stati della mente sono scomparsi, lasciando il posto solo all'endorfina.
Mmm, endorfina.
Corpo:
Avete mai sentito parlare del muro? Arriva un momento della maratona in cui il corpo non ha più zuccheri da bruciare. E inizia ad aggredire i muscoli.
E' una sensazione molto spiacevole e a tratti dolorosa. Come nella vecchia pubblicità della Duracell, quando il coniglietto finiva le batterie. Ti fermi.
Con i lunghi si abitua il corpo al muro. Lo si sposta un po' più in là, diventa meno doloroso e, in teoria, dovresti riuscire a non fermarti o rallentare troppo.
Con il lungo ci si allena a bruciare meglio i grassi. (le persone sovrappeso possono stare tranquille, mi riferisco al grasso corporeo).
In tutte e tre le maratone che ho corso, intorno al 30° km ho avuto una fitta ai reni e mi sono fermato. Di colpo e senza repliche. Poi, dopo un po' di camminata, ho ripreso a correre. A Firenze anche con un buon ritmo.
Questa volta ho aggiunto lunghi alla tabella e confido di non avere questo problema. O di avercelo il più in là possibile.
O che nessuno veda il momento in cui comincio a imprecare, sputare e piangere.
De longi philosophia:
Ci sono due correnti filosofiche. Secondo alcuni il lungo deve essere lento. In questo modo si abituano le articolazioni e i tendini ai traumi della corsa prolungata.
Secondo altri il lungo deve essere veloce. Devi spremerti correndo alla velocità che vuoi mantenere durante la maratona, se non superiore. In questo modo ci si abitua a gestire le sensazioni della gara.
Secondo voi quale a quale corrente aderisco?
L'Allenamento di oggi
Approfittando del blocco del traffico a Milano, ho deciso di fare un giro in centro. La buona notizia è che non ero l'unico podista. La brutta notizia è che c'erano anche le macchine.
Dopo 7 km di stop&go ai semafori ho deciso di infilarmi sul naviglio pavese. Per chi non lo sapesse, il naviglio pavese è una via d'acqua che collega Milano a Pavia. Accanto al naviglio ci sono strade e, in alcuni tratti, piste ciclabili. Una lunga linea dritta e piana in mezzo al nulla.
Avvistamenti faunistici di grande rilievo: una nutria che bruca l'erba, una nutria schiacciata da una macchina, un topo morto.
Nebbia e campi.
E in tutto quel chiarore sterminato, dove ogni lontananza si disperde, guardando quel silenzio smisurato, l'uomo si perde.
Per fortuna non mi sono perso. Tornato indietro son passato per il Duomo e Corso Vittorio Emanuele. Lì un ragazzo in bici mi ha incitato ad andare più forte. E sono andato più forte. Grazie ragazzo in bici.
A Parco Sempione, tornando a casa, un gatto nero ha cercato di tagliarmi la strada. La fascia dei F.lli Zurlo ha impedito che ciò avvenisse. Grazie F.lli Zurlo.
Il contachilometri alla fine segnava 14 km a 4'33'' al km, 16 km a 4'15'' al km di media e 2 km a 4' al km di media.
(nella foto: il mio pranzo)
2 commenti:
Bella valerio, anche io ieri mattina lungo 32 k in centro, ma poi causa macchine che inspiegabilmente erano presenti, ho preso la via del parco nord. Bello il tuo post, descrive benissmo tutto quello che ho provato ieri!
Walter
Temevo di aver scritto un mucchio di fesserie.
Con l'approvazione di un podista-biologo sono più tranquillo. :o)
Grazie Walter.
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